| L'ho appena finito e sono combattuta, come raramente mi è capitato prima, nell'esprimere un giudizio. Ci sono stati momenti in cui ho avuto la tentazione di smettere e non terminare la lettura. Sì, perchè a tratti mi ha annoiato, forse troppo prolisso in alcune scene che potevano essere snellite. Comunque non ho ceduto e sono andata avanti e sono contenta di averlo fatto. Credo che La figlia del matematico sia un romanzo indimenticabile, su questo non c'è dubbio, e credo che lo sia perchè ha il merito di presentare un personaggio come il duca di Jervaulx, che non ha paragoni. Mi sono innamorata di lui da subito, da quando seduto a quel tavolo descrive Maddy al signor Timms, e sempre di più nei giorni che lo vedono rinchiuso in manicomio, a quelli che vive da fuggiasco, via dalla sua famiglia e da chi lo considera un reietto da allontanare. È ammirevole il modo in cui l'autrice descrive la sua lotta interiore contro la malattia e la difficile accettazione di quella realtà che non gli appartiene; lui, uomo ricco e potente, che tiene il mondo nelle proprie mani, diventato un disabile, considerato da quello stesso mondo un idiota, un pazzo, un incapace.; lui che, nonostante la diversità, resta il duca altero e superbo che il destino non riesce a piegare. Credo che Christian sia uno dei personaggi letterari più belli e intensi di cui io abbia mai letto. Inizialmente ho pensato che Maddy non fosse alla sua altezza. Noiosa, troppo religiosa nel suo quaccherismo. No al pizzo sul vestito, no ai balli, no alle bugie, no alla passione. Devo dire che nei suoi confronti ho alzato spesso gli occhi al cielo e la colpa è solo sua se ho sbuffato per alcune scene. Poi, però, migliora ed è chiaro che dietro la sua "Missione" si nasconda, in realtà, l'amore che al duca la tiene legata e che, al pari di Jervaulx, anche in lei impervi una lotta continua, tra ciò che è giusto e sbagliato, la mente ed il cuore. Due mondi veramente opposti, il cui scontro genera incertezza, paura, sofferenza. Bellissima la scena in cui lui si presenta alla Riunione degli Amici, struggenti le sue parole, cariche di quell'amore che, a lungo, l'autrice maschera dietro la benevolenza, la necessità
« Pensi... no?» le chiese Christian. «Pensi che sei una dolce piccola timida quacchera?» La risata scomposta che ebbe nel dire questo salì fino alle travi del soffitto. «Ostinata... egoista... bugiarda caparbia per orgoglio! Non farò riverenze al re, dannazione! Entrare nella cella di un pazzo... a testa alta... senza paura... avrei potuto ucciderti, Maddy. Ucciderti cento volte» «Era un incarico» sussurrò lei «Era... tu» replicò Christian. «Duchessa. Tu... mi hai tolto di là. Tu hai sposato...duca. Tu hai detto... niente cipria ai domestici» Indicò il pavimento « Dimmi ora... in ginocchio, lo farò. Il dono del Diavolo.» Incurvò le labbra « Non perle, fiori... abiti da sera. Qualcosa di impuro in verità. Ti dono... egoista arrogante bastardo... quello che sono, e tutto quello che posso»
Chi lo ha letto e apprezzato, può capirne l'intensità e la forza, una di quelle scene impossibili da dimenticare. La figlia del matematico è un romanzo storico, riduttivo definirlo romance ed è, a mio parere, una bellissima storia con un protagonista maschile indimenticabile
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