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VINS®
view post Posted on 6/3/2024, 09:46 by: VINS®
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Visto Perfect Days

Per l'origine di quello che un po' tutta la critica sta definendo se non il miglior film di Wim Wenders di certo uno all'altezza dei suoi passati capolavori, bisogna risalire al 1983 quando il regista girò in Giappone Tokyo Ga (Immagini di Tokio). Questo era un omaggio all'amato regista Yasujiro Ozu e, a distanza di anni, anche quest'ultimo lavoro ha molto a che fare con l'opera di Ozu.

Fin dal nome del protagonista l'omaggio si ripete, ed è su questo personaggio che Wenders basa tutto il suo film, al punto da poterlo definire in pratica un one man show. Wenders, autore anche della sceneggiatura insieme a Takasaki Takuma, racconta la routine di quest'uomo scandita sempre dalle stesse azioni e dagli stessi momenti, giorno dopo giorno, ma dalla quale l'uomo sembra attingere una serenità che si indentifica nella filosofia molto orientale del cogliere il valore delle piccole cose e del vivere in pieno il momento. Del resto gli incontri o gli eventi che di tanto in tanto vanno ad alterare questa routine, sembrano essere accolti anch'essi con una certa serafica rassegnazione, ma senza che ciò si identifichi con un'accezione negativa.

Sebbene attraverso vari momenti venga svelato qualcosa in più sul protagonista e si intraveda un passato probabilmente segnato da qualche tipo di dolore, Wenders non svela più di tanto: la sua sembra una precisa volontà di indentificarsi col concetto del "qui e adesso", preferendo quindi far vivere allo spettatore le emozioni del protagonista, soprattutto il valore del momento, senza indugiare in superflui "spiegoni". Anzi, proprio quel passato che nasconde un qualche tipo di oscurità diventa terreno anch'esso per una riflessione simbolica tutta orientale sulle ombre e il loro essere più scure o no se sovrapposte.

Dalla sua, Wenders ha anche una strepitosa performance del protagonista che davvero con le sole espressioni del viso riesce a trasmettere le emozioni del suo personaggio (basti vedere il primo piano finale già diventato una scena da antologia dell'interpretazione). E dove sembra non bastare il protagonista, subentra la musica, con una colonna sonora strepitosa quasi tutta rock anni '70 dove non a caso la fanno da padrone brani come "Perfect day" di Lou Reed o Nina Simone: e nel finale, i versi della sua canzone, "...it's a new day and i'm feeling good", sembrano davvero sottolineare ancora una volta il significato del film.
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