Titolo: Capitan Swing
Autrice: Nina Pennacchi
Casa Editrice: Narcissus.me
Data Uscita: 07 Agosto 2013
Genere: Historical Romance
Prezzo: 0,99 euro (ebook)
Pagine: 324
Tisbury, 1830. Chi è Capitan Swing, misterioso eroe che guida la rivolta dei contadini nelle campagne inglesi? Chiamato a riportare l’ordine in Wiltshire, il comandante Adam Cartwright non ha dubbi: Swing è nemico della legge, e come tale "suo" nemico...
"Capitan Swing mantiene sempre le sue promesse." E quando giura a Rebecca Arlington che dopo la rivolta la porterà via con sé, ha tutte le intenzioni di farlo. Rebecca aspetta da anni quel momento, e niente e nessuno potrà impedirle di fuggire con lui... niente e nessuno, tranne il comandante dei dragoni arrivato a Tisbury proprio per arrestare il suo capitano.Lo stile della Pennacchi, a volte così crudo, esplicito, che non ti aspetti certo da un romanzo d'amore, può piacere o non piacere. I suoi eroi "imperfetti" possono piacere o non piacere. Ma non si può certo dire che si sta leggendo qualcosa di banale o scontato. Se ci si aspetta il "classico" romance in cui l'eroina senza troppe difficoltà conquista il perfettissimo (leale, sensibile, tenero, romantico etc.) principe azzurro... beh, ci si dovrebbe preparare ad una bella mazzata su denti!
Perché - qui, come in Lemondade - l' "eroe" (se così lo si vuol chiamare) è un BASTARDO DOCG. Personalmente, dall'inizio alla fine del romanzo, non potevo fare a meno di ripetermi in testa "Nina, glie la farai pagare cara, vero, a questo grandissimo st@nz@?! Voglio dire, lasciamolo pure intatto fisicamente, perché sarebbe un peccato intaccare cotanta prestanza
, però facciamogli tanto tanto male, dai!
Almeno un ossetto glie lo vogliamo rompere?"
.
Sì, Adam è odioso. Fondamentalmente è un violento e un sadico. E non ha scuse. Non ha redenzione. Eppure, in fondo, porca paletta, ci si ritrova a fare il tifo per lui, non si riesce a non volergli almeno un po' di bene (d'altra parte, anche lui come il Christopher di Lemonade ha traumi infantili alle spalle). All'inizio pensavo: "No, non può essere lui in protagonista!
Ma non è Capitan Swing?!
"
Nutrivo grandi aspettative verso questo romanzo, perché Lemonade, come sapete, mi aveva "sconvolta". Non posso dirmi delusa, perché anche questa volta la Pennacchi mi ha tenuta incollata lì, finché non sono arrivata all'ultima pagina... con l'inevitabile "Uffa! E' finito!".
L'ho divorato, cercando momenti liberi per leggerlo anche durante la giornata, facendo nottata la sera.
I romanzi che mi piacciono di più, e che ricordo di più, sono quelli che, come questo, mi entrano sotto pelle, mi creano delle strane "contorsioni" alle viscere, e da cui non riesco a staccarmi. Per me questo è un metro di giudizio. Se un autore riesce a "farmi" questo, per me è bravo. Perciò, rimango ferma nel mio primo giudizio: la Pennacchi è brava; caspita se è brava! Vorrei leggerne almeno uno al mese di romanzi così (non di più, perché potrebbero dare assuefazione).
Tuttavia nella mia personale classifica considero Capitan Swing un gradino inferiore rispetto a Lemonade. Non perché non sia altrettanto avvincente o ben scritto (anzi, nella forma è molto più curato), ma semplicemente perché PERSONALMENTE non riesco a digerire alcune cose.
In primis il fatto che Adam, secondo me,
non riceve la tanto da me agognata giusta punizione. Insomma, il rapimento finale e il dover credere ad un altro tradimento di sua moglie, non mi sembrano sufficienti ad espiare i suoi "peccati".
(Nina, un ossetto! Un ossetto almeno potevi romperglielo...)
Alcuni comportamenti di Adam sono difficili da accettare, senza che si accenni minimamente ad un processo di pentimento o redenzione. Resta il fatto che è un torturatore, benché in nome della giustizia. Resta il fatto che picchia Rebecca più volte, sentendosi nel giusto e apparentemente godendo nel farlo (le scudisciate sono inaccettabili e avrebbero richiesto in contraccambio ALMENO una badilata sugli zebedei
); e non si pente, ma cerca solo di "sistemare" le cose col sesso (e questo richiederebbe un'altra badilata
). Sentirsi tradito, volerla controllare e punire non costituiscono valide scuse, perché NON ESISTE UNA VALIDA SCUSA PER PICCHIARE UNA DONNA. MAI.
Di contro, Rebecca è insopportabilmente passiva e succube. Ok, è spesso sotto ricatto, ma mi sembra grave che mostri di non dar l'adeguato peso alle inqualificabili azioni di lui. E cede, cede sempre.
Infine, non mi è proprio andato giù il fatto che venga lasciato totalmente all'immaginazione del lettore il chiarimento sul fatto che Rebecca non è mai stata l'amante di Swing e che Adam per lei è stato "il primo". Anche il rinfacciargli la sua ottusità (lui la prima notte di nozze non si accorge che lei è illibata
) poteva essere una piacevole vendetta...
uffa.
Comunque, è un romanzo che mi sento di consigliare, sempre che si abbia voglia di leggere una storia d'amore a tinte forti e non semplicemente un tranquillo, rilassante (posso dirlo? a volte scontato) "rosa".