Una ragione per restare (2°)
di Rebecca Donovan
Newton Compton - marzo 2014TRAMA:
Tutti a scuola conoscono il segreto di Emma Thomas. Il suo silenzio l’ha portata a un passo dalla morte, ma adesso è tutto finito e nessuno potrà più farle del male. Ora Emma può riprendere in mano la sua vita, circondata dall’affetto della sua grande amica Sara e dall’amore di Evan, che le è stato sempre accanto. Di notte però gli incubi non smettono di tormentarla, e quando sua madre torna a cercarla, Emma scopre che il passato non si può cancellare e che certe ferite sono indelebili. Solo una persona riesce a darle la tranquillità di cui ha bisogno: un ragazzo solitario e misterioso che sembra capirla meglio di tutti, più di quanto possa fare il suo amato Evan…
Commento:
Dove eravamo rimasti?
Alla fine di Una ragione per amare
l’odio di Carol si manifesta a tal punto che tenta di uccidere Emma.
Anche questo secondo romanzo è pieno d’angoscia………e scelte di vita da parte di Emma che non ho potuto condividere ma la Donovan, dal mio punto di vista è stata talmente brava da farmi capire che un certo percorso per la protagonista era necessario e vitale.
Ho capito il bisogno di Emma di conoscere e instaurare un rapporto con una madre che, alla fine, non l’ha mai voluta……in fin dei conti il “mestiere” di mamma non è per tutti.....sopratutto quando l’egoismo e il menefreghismo prevale su ogni cosa......
Un Evan
praticamente inesistente…….traumatizzato anche lui da ciò che ha visto e vissuto quella famosa notte……ma chi ne ha pagato le conseguenze maggiori è stato il rapporto con Emma; alle volte, scappare da un’esprienza pur brutta che sia e non interiorizzarla a sufficienza non porta a nulla di buono.....
Ottimo l’innesto da parte dell’autrice di un personaggio scomodo e, per me, ripugnanate
come un Jonathan: “amico” con uno scopo ben preciso....
Insomma, la scrittura sarà lenta ma è estremamente necessaria…….l’autrice è bravissima!
Mi butto subito nella lettura nel terzo e ultimo che si svolge un anno e mezzo dopo Una ragione per restare.
