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Alakim - Le regole del gioco - Serie Alakim 2, Anna Chillon - CT/Angeli/Demoni

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Ermione11
view post Posted on 10/10/2015, 10:36 by: Ermione11




Finito! Mi è piaciuto un sacco...ma con il prevedibile "ma", perché:

“Il triangolo no! Non lo avevo considerato!” :02: :02: :02:

O meglio sì, ovviamente lo avevo considerato e anche temuto sin dal primo volume… e, purtroppo, questo è l’unico, davvero l’unico elemento che mi impedisce di assegnare la 5a stellina ad un romanzo che per il resto ho trovato strepitoso.
Lo stile della Chillon è potente e intrigante, con la sua miscela di linguaggio “colto” e “volgare”, che rispecchia la cifra di questo romanzo, come anche del precedente, dove gli estremi opposti convivono, facendo sfumare i loro confini, negli stessi personaggi e nelle stesse situazioni: Bene e Male, angeli e demoni, Eden e Tartaro, amore e dolore…
Anche “Le regole del gioco” è uno di quei romanzi che vorresti, da un lato, divorare in una sola notte e, dall’altro, far durare più a lungo possibile, sia per assaporare ogni descrizione e ogni dialogo (rileggendo dei passi anche due tre volte per la loro intensità), sia perché i suoi personaggi – e non solo i due protagonisti – sono così ben delineati che, arrivati all’ultima pagina e dovendoli virtualmente salutare, ti sembra quasi di lasciare degli amici. :09: Ovvia conseguenza: la malinconia che ti assale al pensiero di dover aspettare chissà quanto – perché la Chillon, benché scriva da dio, è pur sempre umana! – per poter leggere il seguito in cui, spero (perché personalmente non amo le serie troppo lunghe, che spesso finiscono per allungare inutilmente il brodo e guastare inevitabilmente la qualità del tutto) possano concludersi le vicende di Alakim, Nicole, Muriel, Sam & Co.
Ora, spendiamo giusto due parole sul personaggio di Alakim. Porcapupazzazozza! :16: :16: :16: :19: :19: :19: :22: :22: :22:
Creare un protagonista con queste caratteristiche significa essere sadici. La povera lettrice non può immaginare uno “fatto così” (oddio, mi assale una caldana! :21: ), che “parla così” e “agisce così” e poi realizzare che NON ESISTE! Alcune sue battute sono davvero memorabili. Si sa che a me nei romanzi piacciono tanto i bad boys, ma Alakim credo li batta quasi tutti (il podio glielo insidiano giusto gli uomini della Pennacchi :38: ): crudele e protettivo allo stesso tempo, spietato ma anche generoso, irriverente, cinico, sboccato… Insomma, avete capito che sono perdutamente innamorata di lui! Peccato che mi sia un po’ “caduto” in un paio di momenti, nell’unica parte che del romanzo che mi è piaciuta meno.
Anche Nicole, per certi aspetti, mi ha un po’ delusa rispetto al primo romanzo, soprattutto per il suo sbavare incontrollato (e per me non troppo comprensibile) dietro a Muriel. Diciamo che per i miei gusti si riprende un po’ nella parte finale.
Muriel, in questo volume è quasi un co-protagonista, tanto da dominare tutta la prima parte del romanzo. Si tratta di un personaggio indubbiamente interessante e intrigante, che sembra riscuotere tanto successo tra le lettrici, ma di cui, personalmente non subisco il fascino: troppo ambiguo per i miei gusti, che possono essere sintetizzati nel celebre adagio “l’omo ha da esse omo” (sorvolando, ovviamente, sul non condivisibile seguito). Per le ragioni di cui sopra, a Muriel preferisco nettamente Samshat
(e colgo l’occasione per ringraziare Anna di averlo “resuscitato”, come speravo).

Come anticipato, “Le regole del gioco”, mi è piaciuto moltissimo, ma dal momento che la 5a stellina la assegna sempre la mia pancia, in questo caso non ci riesco. Non perché il romanzo non sia intenso e coinvolgente, tutt’altro, ma solo perché se qualcosa mi disturba non posso fare finta di niente. Chissà perché mi vengono sempre in mente paragoni culinari, ma, che ci posso fare, il miglior cuoco sulla faccia della terra può cucinarmi la trippa nei modi più gustosi e fantasiosi, ma a me la trippa non piace e non la mangio, non ci sono santi. La Chillon descrive magistralmente il famigerato triangolo, ma a me non è piaciuto lo stesso. Sarà che, francamente, la “fantasia del sandwich” non mi tocca proprio; sarà che in quel momento della vicenda mi sarei aspettata che i tre
, dopo essere scampati al gioco e al Trono, si prendessero giusto una notte per riposare per poi correre subito a Marsiglia per cercare di riportare in vita il comune amico…
Insomma,
quella tre giorni di sesso sfrenato a tre, chiusi in una equivoca suite di un equivoco locale, frequentato solo da gente equivoca,
oltre a disturbarmi un po’, mi ci è entrata come i cavoli a merenda… Ma, va be’, io dichiaro sempre di essere una lettrice fondamentalmente “bigotta”.
Comunque, nel complesso, wow, ce ne fossero di romanzi così! :05: :05: :05:
 
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72 replies since 7/10/2015, 13:41   768 views
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