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Copio la recensione pubblicata sul blog, visto che è uno dei titoli in lizza:
Questa autrice mi piace. E molto. Ho apprezzato sia la sua serie distopica La trilogia di Lilac, sia la sua serie contemporary romance Nel cuore di New York, due generi molto diversi ma entrambi gestiti alla grande. Inoltre Alessia Esse, per me, è una perfetta rappresentante del self di qualità: cover curate e testi corretti. Per questo, devo ammetterlo, quando ho visto la copertina di questo suo nuovo lavoro ho storto un po' il naso, perché ha quell'aria da "home made" che mi rende sempre un po' sospettosa... Poi ho letto la sinossi e mi è caduta la mascella: lei giornalista sportiva e lui calciatore? Eh? Davvero? OMG! Il calcio ed io non abbiamo contatti, non ci conosciamo, non siamo nemmeno sullo stesso pianeta. Insomma, tutta questa premessa per dire che, pur amando l'autrice, non mi aspettavo grandi cose da questo romanzo. E invece... E invece mi sono dovuta ricredere. Si è rivelato una lettura emozionante, molto più che semplicemente piacevole. Ora proverò a spiegarvi perché. La storia parte nel presente, nel 2017, quando Viola è una affermata giornalista sportiva di trentaquattro anni che vive a Milano. Durante le vacanze torna a Pontenero, il suo paese natale nel profondo sud. Una piccola cittadina di mare, che vive principalmente di turismo. Qui incontra Lorenzo, il suo primo amore e non solo... Inizia così un viaggio nei ricordi, nel passato. È il 2000 e Viola ha 17 anni, è una ragazza carina ma non bellissima, se la cava a scuola senza essere una secchiona, una normale adolescente... se non fosse per due cose. La prima è che ama il calcio, la seconda dovrete scoprirla leggendo il libro. Lorenzo è un suo compagno di classe, è bello e gentile e, ovviamente, è un calciatore. Viola ha una cotta per lui ma è convinta che nemmeno la veda. Lui è educato ma distaccato. Finché le cose non cambiano. Ah! Questa parte del romanzo è stata un mix di emozioni dolci e malinconiche. Perché? Perché nel 2000 anch'io avevo 17 anni ed è stato come tornare indietro nel tempo, a quelle emozioni, a quel contesto. A quando il problema più grande era fare una brutta figura durante un'interrogazione, davanti a tutta la classe. A quando i genitori avevano ancora l'abitudine di mettere "in punizione" i figli se combinavano qualche casino. A quando non esisteva whatsapp e gli squilli sul cellulare significavano "ti sto pensando" e ti facevano tremare il cuore. A quando tutte le ragazzine sbavavano e piangevano per Leonardo di Caprio in Titanic. A quando ci si andava a baciare nei parcheggi deserti, fino a sentirsi bruciare le labbra. Insomma, mi sono immedesimata alla grande. Lorenzo e Viola si amano con tutto l'entusiasmo, la spensieratezza e l'egoismo di quell'età. Una canzone e un tatuaggio li uniscono, dimostrazione tangibile del loro legame, che durerà per sempre. O così loro credono... Champagne Supernova. Ma entrambi vogliono brillare, lui nel calcio, lei nel giornalismo. E inevitabilmente le loro strade si separano. Ma davvero era inevitabile? "Voglio brillare," gli dico tra le lacrime. "Voglio brillare come te. Fammi brillare, ti prego." "Tu brilli già," dice lui. "Sei la mia Supernova, principessa. Tu, per me, brilli già." Così i due li lasciano, mentre tu sei lì che li maledici e pensi: "Come potete rinunciare a una cosa così bella? Non vi rendete conto di quanto siete fortunati ad averla trovata?" Ma niente... hanno diciotto anni e a volte l'amore non basta. A volte l'orgoglio è più forte. Non voglio dirvi cosa succede nell'arco di quei diciassette anni che dividono il passato dal presente, sappiate solo che si vedranno ancora. Il destino, o qualcos'altro, continua a portarli l'uno sulla strada dell'altra. Ma la vita è questione di scelte. Sempre. Continuamente. La vita è una scelta dopo l'altra e non sempre si prende la decisione giusta, anche se in quel momento ne sei convinto. "Scegli me, stavolta. Io sceglierò te. Sceglierò te per ogni giorno della mia vita se me lo permetterai. Per sempre." Non è un libro semplice questo, credo che l'etichetta di romance gli stia piuttosto stretto. È un romanzo di crescita, di vita. L'ho trovato molto realistico, soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi, imperfetti, non sempre ho condiviso le loro scelte, ma non puoi fare a meno di fare il tifo per loro. Ottima anche la costruzione di tutto il "contorno". La famiglia di lei, gli amici, le vicende secondarie... Arricchiscono il romanzo e gli conferiscono ampio respiro, permettendo al lettore di immedesimarsi maggiormente nella storia. Alcuni passaggi sono davvero emozionanti e non negherò di aver avuto gli occhi lucidi in più di un momento. Per concludere, Come l'ultimo rigore è un ottimo romanzo, scritto benissimo, con una trama costruita ad arte e avvincente. Lo consiglio a chi è in cerca di una lettura appassionante, che fa pensare e a volte anche dubitare delle proprie convinzioni. La storia d'amore di Viola e Lorenzo è dolorosamente, magnificamente vera. Ed io l'ho amata. |