[QUOTE=Clementinekate,17/1/2016, 17:44 ?t=45696104&st=1425#entry586334487]
Visto
The RevenantLa prima cosa da sottolineare di questo film è la fotografia: si sa che Lubezki è un fuoriclasse assoluto, quindi non c'è da stupirsi che sia meravigliosa, quasi sovrasta la regia, regia che sembra quasi essere al servizio di Lubezki, anzichè il contrario (elemento positivo a favore di Innaritu). Sarà stato anche merito dei paesaggi meravigliosi e di quella luce particolare, ma il suo lavoro è magia pura
(il realismo del respiro o degli schizzi di sangue che "sporcano" la camera
)
La grandezza del lavoro è aumentata dal fatto che questo film è stato girato in otto mesi, perchè hanno utilizzato solo la luce naturale e potevano girare per una media di 2/3 ore al giorno. Un lavoro titanico per cast e troupe.
Il film è sicuramente anche fisicamente complesso, per gli attori; si percepisce fin nelle ossa il freddo, la sofferenza, la fatica, il dolore. Nella parte del pre-finale forse il ritmo cala leggermente, e le parti oniriche non le ho trovate del tutto riuscite; il personaggio di Glass è artefice di una storia di sopravvivenza estrema che diventa veramente al limite dell'umano, e DiCaprio lo vive nella maniera più totalizzante possibile, sono già leggenda lo scontro con l'orso, che in realtà è stato del tutto costruito in CGI, la scena
di lui che dorme dentro il ventre di un cavallo morto o che mangia fegato di bisonte crudo)
; il suo è un ruolo principalmente fisico, poco parlato e per larghi tratti recitato con gli occhi. Leo è bravissimo, molto in parte, ha sicuramente aiutato il fatto che il suo viso da eterno ragazzino sia stato nascosto da barba e capelli lunghi, anche se a conti fatti non considero questa la sua interpretazione in assoluto migliore (The Departed e The Wolf of Wall Street forse sono ruoli e caratterizzazioni più complete). Ma il suo Oscar se lo prenderà, in un anno in cui scarseggiano altre interpretazioni mirabolanti (Fassbender in Steve Jobs pare sia bravissimo, ma il film è stato troppo un flop per essere pericoloso), il premio maggiore credo che se lo meriti.
Alcune parti della narrazione sono davvero al cardiopalma e tesissime, girate in maniera perfetta per renderle il più realistiche possibile, in particolare
lo scontro iniziale con gli indiani e la caccia e lotta finale tra Glass e Fitzgerald, tesissima e cruda, mi ha incollata alla sedia.
Un plauso anche ai coprotagonisti, sia Poulter che Gleeson sono stati convincenti, ma a rubare la scena (a volte anche allo stesso DiCaprio) è Tom Hardy, impressionante villain abietto e rude, ma incredibilmente umano anche nella sua meschinità, interpretato con sottigliezza e profondità magistrali. Sono contenta di averlo visto in lingua perchè, prima che fisica, dà un'interpretazione vocale, con toni e accento, di grande impatto, e poi con quegli occhi da lucido folle metteva paura vera. E' uno degli attori meno doppiabili che conosco (come altri inglesi tipo Cumberbatch), perchè fa un lavoro pazzesco sulla voce e qualunque doppiaggio è penalizzante al massimo, più che per altri attori. Me lo andrò a rivedere in italiano, ma già ho sentito da qualche clip che Adriano Giannini su di lui ci sta malissimo. Anche la sua nomina agli Oscar è meritatissima.
Il film non è perfetto, ma è un viaggio visivo talmente affascinante e trascinante, che ti rimane dentro nelle ossa, come il freddo e la sofferenza dei protagonisti.
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Complimenti! Bellissima recensione!