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Killers of the Flower MoonBenchè tratto da un saggio, "Gli assassini della terra rossa" scritto da David Grann e a sua volta tratto da fatti realmente accaduti, il nuovo film di Scorsese manifesta invece tutta la voglia del regista di dedicarsi ad un lungo racconto appassionante. Lo scopo viene centrato, a mio modo di vedere, grazie ad una struttura che mescola generi, modi di ripresa e tempi tutti diversi tra loro: prova ne è il fatto che, ancora nel mio caso, la durata monstre di oltre 3 ore non pesa per niente.
Scorsese dimostra un'attenzione particolare non solo per la costruzione generale del racconto nella sua trama portante ma anche nei dettagli, tipo i dialoghi, e si premura di sottolineare i vari momenti diversi con modi di ripresa altrettanto vari nonchè alternando la frenesia alla lentezza di quelli maggiormente intimi.
Il fattore che però maggiormente caratterizza il film è la commistione di generi cinematografici. Credo che Scorsese li abbia utilizzati praticamente tutti, o almeno gran parte di essi. Non ricordo esempi di tale portata nella storia del cinema. Il film è sicuramente un western ma allo stesso tempo un gangster movie. E' anche un poliziesco nonchè un melodramma che, nell'accelerazione finale, diventa legal thriller. Considerata la vicenda reale raccontata, è sicuramente un film storico ma c'è anche il classico impegno civile (non sfugge la nota ecologista particolarmente cara a DiCaprio come è noto). Un po' a sorpresa, a tratti diventa anche commedia grazie soprattutto ad alcuni duetti tra i protagonisti De Niro e DiCaprio. In pratica manca solo una componente horror.
A proposito delle due star del film, sicuramente la loro interpretazione è una sorta di valore aggiunto in generale. De Niro spicca soprattutto per un ruolo che, più che rimandare ai "bei vecchi tempi", è sostanzialmente diverso da quelli dello stereotipo dell'anziano cui si è dato da qualche anno a questa parte. La perfomance di DiCaprio è intensa ma, a mio modo di vedere, in alcune fasi (soprattutto nel finale) ha esagerato un po' troppo con certe mimiche, più che altro facciali, che lo portano ad una quasi imitazione di Marlon Brando ne
Il Padrino. Detto delle star, a sorpresa è però Lily Gladstone a regalare una prova una spanna sopra tutti.
Originale come il destino dei personaggi venga raccontato alla fine: non le solite scritte sovraimpresse, ma un qualcosa che preferisco non rivelare anche per gustarsi la piccola ma gradita sorpresa che Scorsese regala proprio in quel contesto.