Letto anche io
La schiava francese, 5° volume della Saga
Questo libro è stata l'ennesima conferma di quello che dico da tempo: tra quelle che ho letto, la McGregor è la più brava scrittrice di romance italiana.
Questo quinto capitolo della saga dei Corsari è un vero e proprio romanzo d'avventura che sarebbe troppo riduttivo definire "romance storico": non perchè la definizione sia intesa con un'accezione negativa da parte mia ma perchè, pur con un sostanziale equilibrio, la parte rosa è più un contorno dell'intera vicenda che il suo fulcro.
Sembra, inoltre, di leggere davvero un romanzo d'avventura d'altri tempi che però presenta tutti i tratti della modernità su certe dinamiche: soprattutto quelle "rosa".
Lo stampo è la classica situazione di convivenza forzata (o quasi) dove almeno uno dei protagonisti (di solito la donna) è abbastanza recalcitrante dimostrando anche un certo astio verso l'altro: ma non c'è traccia della schermaglia stupida e infantile tipica dei romance classici.
I motivi per diffidare sono seri, giustificati e il percorso evolutivo della relazione è del tutto logico e lineare. Ho apprezzato tantissimo che, anche a livello di introspezioni personali, non si assiste al classico "odio" verso se stessi per quel che si prova pur non volendo
: c'è più una sorta di sgomento, confusione, che vengono analizzate ogni tanto, senza eccessi, fino alla definitiva accettazione e alla scoperta di un qualcosa mai provato prima.
Forse l'unico vero difetto che ho riscontrato è stata una sorta di "meccanicità" di questo processo descritto ma non "vissuto"
: il risultato è stata insomma un'intensità "relativa" della storia d'amore. Viste le premesse (e la mia passione nel leggere il libro) mi sarei aspettato insomma un qualcosa di più.
Ma, con due protagonisti così, è stato cmq per me impossibile non appassionarmi dall'inizio alla fine.
Al solito la McGregor riesce a caratterizzare al meglio ogni personaggio e il top lo raggiunge coi due protagonisti (ma non tralascerei la cagnetta Ombra
).
Angeline potrà anche ricordare tante altre eroine dei romance storici ma è il solito discorso del materiale non originale utilizzato in modo mirabile.
Stesso discorso per Omar, sebbene qui l'autrice prediliga una personalità "paziente" e piena di valori buoni quali la lealtà, più che un cinico e arrogante lupo di mare. Caratterizzazione che anche io preferisco a livello di gusti personal
i: quindi è stato per me un valore aggiunto.
Dal giovane Pablo, passando per la (apprezzatissima) storia d'amore secondaria e i suoi due protagonisti, fino ai cattivi, ognuno meriterebbe di essere citato come esempio di perfetta caratterizzazione dei comprimari.
Nonostante quanto detto in merito all'intensità della storia d'amore, questo non ha cmq inficiato il mio gradimento che è stato altissimo fin dall'inizio.
Quando parlo di autrice di romance italiana più brava mi riferisco soprattutto al saper scrivere: quella della McGregor sembra davvero una sorta di talento innato che non penso si possa apprendere con gli anni o con l'allenamento. Migliorarsi si, sviluppare capacità di ricerca e ricostruzione storica credibile si: ma un certo modo di scrivere allo stesso tempo fluido, semplice ma che genera una sorta di "armonia delle parole" no, credo che quello non si possa imparare.
A questo aggiungo sicuramente il mio gusto personale nel non amare i romance storici ma le storie di pirati si: e la McGregor è nel suo ambiente naturale qui come ha dimostrato prendendomi fin dal prologo.
Forse l'abilità nel costruire una trama appassionante è un qualcosa che si può invece imparare col tempo ma la McGregor già ne dimostra una padronanza assoluta: è sia semplice sia complessa al punto giusto pur utilizzando tutti elementi visti chissà quante volte nei film e letti chissà quante volte nei libri (una vecchia mappa, un'isola che nasconde un tesoro, pirati, burrasche ecc...
).
Inoltre ho apprezzato tantissimo un certo livello di "realismo" pur nell'ottica romanzesca della fiction...
mi riferisco più che altro alla minaccia dei pirati comandati da Fontaine all'inseguimento di Angeline: sarebbe stato troppo strano che anche loro, in quelle condizioni, fossero riusciti a passare Capo Horn e arrivare all'isola solo per prolungare l'avventura. Va bene come finale aperto, quello si.
Non mi resta che attendere i prossimi libri di questa Saga (dovrei andare a controllare ma questo quinto entra sicuramente tra i miei preferiti
) e provare al più presto la McGregor in un genere diverso (ho già in lista il paranormale "Phoenix - Figli del fuoco").