Non mi è dispiaciuto ma non ha lasciato neanche un ricordo indelebile, insomma.
Non so se sia una coincidenza o magari un mio approccio alla lettura
, ma è un periodo in cui mi son capitati libri classificati come NA che però, secondo me, si pongono più a metà strada tra quel genere e lo YA.
Magari in questo caso c'entra l'età dei protagonisti, non lo so...Ma anche a livello di dinamiche la storia d'amore mi è sembrata più simile a quella di uno YA.
Per il resto, invece, le tematiche "forti" tipiche del NA ci sono tutte.
Forse la cosa che ho apprezzato di più del libro è stata la trasformazione di una profonda e bellissima amicizia (molto belli alcuni dei ricordi legati soprattutto all'infanzia
) in un sentimento di amore.
In realtà mi è piaciuta più l'idea in sè che la sua attuazione visto che, per farla breve, in realtà l'autrice ti mette davanti al "fatto compiuto" fin dal prologo.
Per questo forse non ho apprezzato molto le dinamiche dell'evoluzione della relazione: l'evoluzione in realtà non c'è.
Il tutto è già abbastanza definito da ambo i lati: resta solo il problema che lui se ne rende conto e ne ha preso atto e lei magari ha ormai la stessa presa di coscienza ma rifiuta di lasciarsi andare per una classica paura di soffrire, perdita della persona amata ecc...
Tutte motivazioni che non fanno una piega ma trasformano la storia in una, per me, poco emozionante tiritera di
vorrei, non vorrei ma se vuoi...
Col risultato che, più che domandarsi
come può uno scoglio arginare il mare, il tutto ha prodotto in me un certo scoglionamento.
Sensazione mitigata dalla parte centrale/finale del libro quando la relazione/non relazione diventa più definita.
Tra i due ho preferito lui, Micha.
Ella è troppo vittima di quelle dinamiche di cui parlavo per farmela apprezzare davvero
: inoltre è forse l'esponente migliore di un difetto di "amalgama della storia" che ho riscontrato nell'autrice.
E' come se le parti serie e quelle più leggere fossero miscelate non molto bene: ne fa le spese l'intensità che alcuni temi della storia avrebbero potuto regalare.
Micha invece mi è piaciuto soprattutto per il suo modo di porsi nei confronti di Ella
: dalla sinossi e da alcuni commenti mi aspettavo insomma il classico ragazzaccio dai modi un po' rudi e invece ho trovato una persona sensibile e affettuosa.
Non so se questo sia il romanzo d'esordio dell'autrice
: potrebbe spiegare come mai il talento risulti un po' "acerbo", per così dire.
Oltre infatti al problema dell'amalgama di cui dicevo, ho notato anche uno squilibrio nella trattazione dei temi familiari tra il molto spazio dedicato a quelli di Ella e il poco dedicato a Micha: è vero che forse la portata del peso di Ella è maggiore ma, secondo me, si poteva approfondire meglio anche la parte dedicata a Micha.
Soprattutto perchè lui sembra esserci sempre per lei, soprattutto nei momenti più difficili: mentre quando capitano a lui, più che altro li affronta da solo sebbene sembri più che altro una sua scelta per proteggere Ella da ulteriori preoccupazioni.
Il mio sospetto sul fatto che la Sorensen, in questo libro, sembri aver ancora tanto da imparare è stato anche avvalorato da altre piccole cose come un non tenere sempre ben presente lo "sviluppo visivo" della storia.
E' vero che penso sia una cosa personale leggere un libro cercando di visualizzare le scene nel mentre, ma ho sempre pensato che invece questo dovrebbe essere un qualcosa di abbastanza chiaro per chi il libro lo scrive: di conseguenza mi son sembrate un po' "strane" alcune sequenze in cui, ad esempio, la protagonista cambia tipo di vestiti senza che sia stato uno stacco a giustificare il tutto.
Piccole cose, per carità (anche se viene da domandarsi perchè darsi la pena di descrivere l'abbigliamento se poi non gli si presta un minimo di attenzione
): ma le ho viste come appunto un esempio di mancanza di una visione d'insieme che si presuppone un'autrice abbia almeno nella revisione finale.
Non penso che i vari comprimari sian stati tutti ben caratterizzati
: c'è qualche eccezione tipo Ethan, il migliore amico di Micha ma, ad esempio, ho trovato molto inferiore il lavoro svolto su Lila che pure è un personaggio molto presente nella storia.
Però forse la nota dolente da questo punto di vista sono soprattutto il fratello di Ella e Grady, l'amico/figura paterna per i due protagonisti: entrambi al centro di temi importanti del libro che avrebbero meritato una trattazione più profonda, a mio modo di vedere.
Son contento che il libro abbia cmq una sua "chiusura" , per così dire, nonostante io sappia che la storia di Ella e Micha continuerà in libri successivi: mi permette di fermarmi un attimo e prendermi una pausa dal NA e dalle sue tematiche che a lungo andare potrebbero risultare un po' indigeste.
O forse dipende solo da questo libro in particolare, non lo so.
Penso che sicuramente leggerò almeno il 2° ma non subito.