| Quando sono arrivata all’ultima pagina ho pensato “questo è il libro perfetto”, però poi mi sono detta che come non esiste l’uomo perfetto, il giorno perfetto e la vacanza perfetta, anche i libri devono avere i loro difetti, per cui mi sono concentrata e ho trovato quelli di questo libro: un uso eccessivo di esso/essa/essi (a me non piacciono) e le citazioni degli ABBA, perché non conosco l’inglese, o comunque lo conosco a livello scolastico (inservibile). Per il resto è perfetto. Da dove comincio? Vorrei la concentrazione e il saper mettere insieme le idee di Vins, invece so che mi perderò per strada una cinquantina di concetti e aspetti del libro che mi sono piaciuti o che vorrei evidenziare. Speriamo di ricordarli tutti. I protagonisti del romanzo sono tre: Leonardo, Chiara e la letteratura, non necessariamente in quest’ordine. Leonardo: al primo sguardo è il tipico bastardo doc, arrogante, sicuro di sé, bono da paura che non guasta mai, un assistente sì, ma uno con un curriculum così lungo ed eccellente da mettere in imbarazzo persino il rettore. Chiara: una ragazza normale, in cui tutte potremmo identificarci, carina quanto basta, intelligente, generosa come amica , brillante e, soprattutto, è la professoressa di italiano che tutti avremmo voluto avere, una che non conosce solamente la materia, ma che la ama e la fa amare. LA letteratura: presente forse più dei protagonisti “umani”, è il mezzo con cui Mirya ci spiega il concetto di carta e di carne, ma non solo. Tramite la letteratura e le citazioni dei più grandi autori nostrani (Dante, Leopardi, Pascoli, come pure Montale e Barricco, tanto per citarne alcuni) si dipana una storia d’amore che è di formazione, il percorso di un uomo e una donna con punti di vista diametralmente opposti che cercano e trovano un PUNTO di incontro. E tramite la letteratura l’autrice ci mostra le varie tappe che portano i due a scoprirsi e, FORSE, ad amarsi. Non è una storia di azioni, nel senso che non ci sono grandi eventi tipo che so, incontrarsi, tradirsi, perdonarsi, rivedersi, non ci sono le schermaglie amorose amate/odiate dai lettori di romance, non ci sono grandi ostacoli da superare per coronare il grande amore, c’è un cammino da percorrere, insieme, ma anche da soli, per crescere insieme ma anche da soli. Il concetto di carta e di carne, il concetto più essenziale direi, quello in cui tutte le lettrici di romance si sono scontrate prima o poi (più prima che poi, si spera) è il nocciolo della questione. A me è capitato dai quattordici anni, l’età più o meno in cui ho iniziato a leggere romance, ed è terminata a diciannove quando ho conosciuto mio marito, l’uomo di carne che NON incarna l’uomo di carta. Ed è dolcissimo e ironico leggere le frustrazioni di una donna, anche due se consideriamo Alessandra, l’amica di Chiara, che ha paragonato per una vita gli uomini di carne con quelli rassicuranti e prevedibili di carta, salvo poi scoprire che sono proprio le imperfezioni della carne a rendere perfetto l’uomo stesso. Ci sono delle parti hot, ma sono così delicatamente, poeticamente sensuali, che ciò che traspare non è il sesso, ma l’essenza stessa dell’amore. Lo stile. Che dire, semplice, scorrevole, ironico quanto basta, ma curato ed evocativo, molto introspettivo e profondo. E’ un libro dove tutte le parti sono calibrate ed equilibrate ai minimi termini, per questo ho pensato, terminandolo, che fosse il libro perfetto. Ho letto libri con uno stile perfetto ed una dialettica perfetti, Trent’anni e li dimostro della Giusti, con una trama così scontata e ovvia da risultare banale, oppure libri dove la trama sarebbe passabile, ma con uno stile raffazzonato e poco curato, e qui non faccio esempi….. Ho comprato libri editi da CE di prim’ordine con orrori grammaticali e refusi a gogo e poi Alice suggerisce questo libro che è autopubblicato, dove ci saranno due errori al massimo (usare un sostantivo plurale invece che singolare, una svista e basta)….. E qui apro un OT, ricollegandomi ad un discorso fatto non mi ricordo dove e con chi, in cui ci si chiedeva: quando un’aspirante scrittrice diventa autrice? Quante copie deve vendere? Quanto deve essere conosciuta? E’ sufficiente l’autopubblicazione? Perché questo libro è conosciuto pochissimo, ha venduto poche copie e l’autrice è….. boh……. Ma per me è un’Autrice, punto e basta.
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