Mi è piaciuto
: penso dipenda dal fatto che il libro mostra più la Kleypas della Serie "Friday Harbor" che quella di questa sui Travis.
Se infatti il 1° libro mi era piaciuto abbastanza più che altro per quella sua particolarità nell'essere per buona parte un romanzo di formazione meno mi era piaciuto il 2° perchè la Kleypas aveva "rovinato" con troppe incongruenze il protagonista maschile. Sono letture un po' "lontane" per poter fare un raffronto ma di certo questo 4° libro mi è piaciuto più del precedente.
Credo sia un esempio di quanto possa essere soggettiva una lettura e quanto, spesso, convenga sperimentare personalmente senza affidarsi troppo ai giudizi altrui: del resto mi è anche venuto un sospetto sulle tante critiche rivolte al libro ma magari ci tornerò su dopo.
O forse no perchè mi interessa più che altro concentrarmi sul libro che mostra ancora una volta il grande talento della Kleypas come scrittrice: alla fine può piacerti o no ma lo stile è sempre quello che si fa leggere volentieri.
Altro solito talento dell'autrice, e di cui questo libro è l'ennesima prova, è la caratterizzazione dei personaggi: dai protagonisti (fatta forse eccezione per Joe) ai comprimari.
Avery è magari poco originale come personaggio: classica ragazza un po' insicura soprattutto per il suo passato familiare. Questo, però, come sempre, la caratterizza molto bene nella sua continua ricerca di una vera famiglia che forse ha trovato sia nella sorella Sofia sia negli amici coi quali lavora.
Sarà poco originale anche il modo in cui mette il suo modo d'essere nel suo lavoro: tipico caso in cui non si può giudicare una persona in base al lavoro che fa perchè, se è vero che molti magari ne vengono influenzati in qualche modo, in tanti altri casi è vero il contrario visto che mettono un po' del loro modo d'essere nel lavoro che fanno.
Ci si aspetterebbe infatti una donna pratica che pensa solo all'organizzazione in sè e invece, un po' come la Jennifer Lopez di "
Prima o poi mi sposo", spesso viene fuori la sua indole romantica nel voler dare un contributo a quello che dovrebbe essere il più bel giorno della vita di due persone.
Il fatto che lei non creda che la cosa sia possibile anche per se stessa non è un controsenso
: sarà poco originale la motivazione ma è del tutto verosimile che una che lavora in quel campo abbia certe idee sulla propria situazione (altrimenti non avremmo consulenti matrimoniali divorziati o psicologi che a loro volta vanno da un altro psicologo ecc...).
Non è che ci siano regole assolute per cui funziona nello stesso modo per tutti: ogni coppia e ogni relazione ha una sua storia diversa o simile ad altre ma non per questo scontata.
Che l'uomo comune medio sia influenzato dai luoghi comuni o dalle barzellette sulla coppia non vuol dire che non ci siano varie situazioni tra loro parecchio diverse.
Senza contare che i problemi e le crisi danno di che parlare: la felicità fa meno rumore.
Durante la lettura ho inizialmente visto come un controsenso lo stile di Avery finalizzato al "nascondersi" il più possibile per una che si è sempre occupata di moda in un certo qual senso
: ma il fatto che un certo restyling sia un episodio isolato al quale non viene poi data eccessiva importanza nel libro la allontana dal classico stereotipo del brutto anatroccolo che poi diventa un cigno (del resto continua ad utilizzare abiti nuovi e vecchi per tutto il libro).
E' un po' lo stesso discorso che facevo prima: che il suo lavoro consista nel rendere al meglio gli altri, non contrasta col fatto di non sapere cosa sarebbe meglio per se stessa viste le sue insicurezze.
E' un aspetto che non fa altro che confermare la caratterizzazione del personaggio costruito dall'autrice.
Il discorso per Joe è molto diverso e molto più breve per un semplice motivo: il libro è scritto in prima persona con unico POV di Avery.
Non mi piace mai questo tipo di narrazione e in alcuni casi avverto il "fastidio" più che in altri: questo è uno di quei casi.
Non tanto perchè in base alla sensibilità personale e al talento di un'autrice sia più o meno possibile "capire" lo stesso il personaggio: io non ci riesco mai probabilmente per la difficoltà di immedesimazione nel protagonista essendo io un uomo.
Il mio disappunto nasce dal fatto che c'erano grosse potenzialità per dare a Joe un certo spessore e una certa intensità che non si concretizzano proprio perchè non possiamo leggerne i pensieri.
Con una lettura attenta penso sia possibile rendersi conto di quel che la Kleypas voleva fare col personaggio...
La telefonata che Avery gli fa da New York è un episodio breve ma molto importante da questo punto di vista.
Mi era sembrato troppo "strano" il loro dialogo a letto sul possibile trasferimento di Avery
: lei sembrava poco presa, come se non tenesse poi tanto alla relazione vista la sua reazione poco "emotiva" di fronte alle parole di Joe che non pensa sia possibile una relazione a distanza.
Ormai sembrava esserci un qualcosa tra i due: del resto loro stessi vi fanno qualche accenno.
Ammetto che il tutto ha anche una sua originalità perchè sinceramente mi sarei aspettato il classico momento di crisi pieno di dubbi con pensieri tipo "allora lui non prova niente per me a parte l'attrazione fisica".
Ancora peggiore è l'idea che mi ha dato Joe: ne parla con mezzi sorrisi insistendo sul fatto che non potrebbe funzionare e che cmq lui non vuole una relazione a distanza.
Mi è sembrato davvero molto molto superficiale.
Con quella telefonata cambia tutto: coerentemente con tutti i dubbi che accompagnano Avery riguardo a questa relazione, le sue vere emozioni e sentimenti vengono finalmente fuori (forse anche "catalizzate" dal rendersi conto di quello cui sta andando incontro e di quello che vorrebbe davvero).
Inoltre c'è finalmente uno sprazzo dei tormenti interiori di Joe che quasi non vuole affrontare quel discorso perchè, sembra di capire, sta cercando di convincersi che la relazione non sia nulla di che e che forse sarebbe meglio troncare prima di soffrire ancora di più.
Quello che riguarda Joe è insomma un aspetto che ti fa capire quanto avrebbe potuto essere intenso e profondo il personaggio se ci fosse stata data la possibilità di leggere anche i suoi pensieri.
Mi è piaciuta abbastanza l'evoluzione della loro relazione ma sicuramente è un aspetto che meritava un approfondimento maggiore
: causa la mancanza dei pensieri di Joe, risulta un po' difficile capire cosa lo attragga di Avery a parte l'aspetto fisico (che poi lei non sia la classica top model che accompagna un playboy come lui è un aspetto marginale visto mille volte nei romance).
Anche la fase di innamoramento di Avery sembra mancare di un qualcosa: attrazione fisica ok, ma sembra più lusingata dal fatto di interessare un uomo come Joe che da altre sue qualità.
La Kleypas però è brava nel delineare, sia pure con uno scorrere del tempo "raccontato" e non "descritto" come il loro rapporto piano piano evolva con piccole cose tipo le telefonate prima di dormire che avvicinano i due molto più di quanto si pensi.
Forse avrei messo qualche momento del genere in più quando i due sono assieme invece di basare il tutto sull'attrazione fisica...
(ad esempio avrei gradito più "dialogo" nel finale invece dell'immagine di Joe "primitivo" che fa il conto alla rovescia prima di prendere Avery).
Anche le stesse scene di sesso le ho trovate meno "coinvolgenti" di quello cui la Kleypas mi aveva abituato
Tutti i comprimari sono ben caratterizzati
: mi è piaciuto molto che la storia d'amore parallela sia stata solo una parentesi nella trama del libro.
Era partita con un clichè abbastanza classico che avrebbe potuto stancare se la cosa non fosse stata risolta in poche pagine.
La Kleypas è una di quelle che sa caratterizzare, letteralmente, anche un cane: basti pensare a Coco.
Forse sarà anche lei un amante degli animali ma...
ho trovato molto "giusta", dolce e originale la proposta di matrimonio.
Matrimonio che era "necessario" in una storia come quella di Avery
: con il lavoro che fa, i suoi dubbi sul suo possibile "e vissero per sempre felici e contenti", era necessario che ci fosse questo "cambiamento" nella sua vita.
Personalmente posso dirmi insomma abbastanza soddisfatto della conclusione di questa Serie
: resta certamente un po' di rammarico per le potenzialità inespresse che, secondo me, avrebbero potuto portare ad un risultato migliore.
Ma di certo è andata molto meglio di quanto mi aspettassi dopo le varie critiche sentite in giro.