Nel corso degli anni mi sono imbattuto in articoli o inchieste giornalistiche sulla situazione di Černobyl' post incidente e relativa evacuazione: dalla storia dei 180 abitanti che pare ancora ci vivano
, alle "leggende" semi-serie sugli effetti delle radiazioni.
Di certo però non ho trovato mai nulla di simile in un romance, per cui direi che il primo obiettivo dell'autrice alla ricerca di una storia dall'ambientazione originale è centrato
(oltre al piccolo sogno avverato, come si legge nei bei ringraziamenti anche sulla genesi del libro stesso
): l'evidente lavoro di ricerca, non è solo un valore aggiunto al libro ma contribuisce a renderlo più interessante
(sebbene sia più che altro elemento narrativo motore della storia per l'idea di Elena e poi elemento narrativo di contorno alla storia stessa).
Il libro si distingue, a mio modo di vedere, soprattutto per l'ottima caratterizzazione dei personaggi: dai protagonisti ai comprimari.
Per quanto riguarda i primi, ad esempio, Elena suscita da subito una certa empatia vista la sua condizione (che viene chiarita solo successivamente, ma è cmq intuibile abbastanza presto vista la presenza di dolore e l'assenza di rabbia): la situazione nella quale si viene a trovare coi bambini, diventa quindi funzionale ad una certa emotività di fondo.
Il protagonista maschile Mikhail ha un background che allo stesso tempo lo caratterizza e lo avvicina alla condizione di Elena stessa, con tutti gli elementi fissati in modo giusto direi (dalla professionalità, all'attrazione ecc...).
Tra i comprimari, almeno per quelli che hanno più spazio, spiccano sia la figura di Lidjia (preferita nella versione materna a quella di cupido impicciona, per quanto riguarda i miei gusti), sia quella di alcuni bambini come Leonid (e non è mai facile rendere "realistici" i bambini).
La storia d'amore ha elementi classici che però non mi hanno disturbato poichè non si tratta di quelle che io definisco "stupide schermaglie amorose", ma di un motivato "tira e molla", che gira tutto sul
leitmotiv della relazione: la confusione dei sentimenti.
Il dilemma tra senso di colpa, attrazione, paura di soffrire, rinascita dei sentimenti (titolo e sottotitolo diventano significativi e "riferibili" tanto a lei quanto a lui), è giocato piuttosto bene a mio modo di vedere
: in alcuni tratti dà un po' la sensazione di ripetitività (dovuta anche ai miei tempi di lettura un po' lunghi in questo periodo
), ma segue cmq sempre un certo filo logico dall'inizio alla fine.
Una parte un po' movimentata verso la fine, si fa apprezzare non tanto nel dare un piccolo scossone alla storia, quanto nel suo realistico non esagerare nel rendere magari i personaggi supereroi più che "semplici" eroi.
Così come ho apprezzato che un certo elemento narrativo (il motivo della presenza di Elena lì, intuibile grazie alle sue introspezioni su "associazione degna"), non sia stato sfruttato per creare attriti tra i protagonisti, allo stesso modo mi è piaciuto che il finale non sia stato appesantito con ulteriori complicazioni anche a costo di una sua maggiore prevedibilità, magari. Un non voler strafare che trovo particolarmente saggio e apprezzabile nelle opere prime.
Più che da esordio, lo stile di scrittura denota invece una certa esperienza figlia sia della passione per la lettura (ma assolutamente non scontata
), sia dei contatti con altre autrici.