Ho finito
Duchessa d'autunno Avrei voluto che continuasse...bello bello bello!
Ha ragione Mirella:
CITAZIONE (mirban @ 18/2/2013, 20:03)
Il terzo libro della serie Duchessa d'Autunno è il mio preferito, diverso, particolare... ve lo consiglio!
Ci sono due particolarità in questo romance che possono suscitare dubbi in qualche lettrice...ne scrivo senza spoiler dato che sono già nella trama.
Il primo è l'età di Antonia, la protagonista. Nel primo volume della serie viene presentata come una ventenne, qui sono passati trent'anni, quindi è sulla cinquantina. Una protagonista cinquantenne è rara nel romance, e capisco che possa essere difficile, soprattutto per una lettrice giovane, apprezzare questa cosa...in genere le eroine degli storici arrivano al massimo ai 35 anni...forse perché ci si aspetta che abbiano dei figli?
In realtà mentre leggevo ho dimenticato l'età di Antonia...o meglio, l'avrei dimenticata se non saltasse fuori spesso, per vari motivi, ma alla fine è del tutto irrilevante. Antonia è un personaggio così bello che non conta quanti anni abbia.
Il secondo motivo di perplessità è che Antonia in questo romanzo è la vedova del duca di Roxton, protagonista, assieme a lei, del primo romanzo.
Anch'io ero preoccupata, perché leggere di una vedova che si rifà una vita è comunissimo, nel romance, meno comune (forse unico?) invece leggere della morte di un protagonista che ci è piaciuto e seguire la sua vedova alla scoperta di un nuovo amore.
Ero preoccupata, ma forse di più ero incuriosita...ci vuole una mano delicata per far accettare alla lettrice una cosa così, e mi chiedevo se la Brant ce l'avesse...ed evidentemente ce l'ha, perché ha creato una storia meravigliosa...e credibile! Che in questo caso era la cosa difficile!
Sistemare una vedova che ha avuto un matrimonio infelice è facile, ma sistemarne una che ha avuto un matrimonio felicissimo?
Il libro inizia tre anni dopo la morte di Roxton e Antonia è ancora affranta.
Alla fine del libro è una donna felice con il nuovo amore.
Succedono parecchie cose tra l'inizio e la fine: una marea di personaggi, il più importante è ovviamente Jonathon, un "lui" molto interessante! Un metro e 95 di altezza, abbronzato per essere vissuto lunghi anni in India, tornato in Inghilterra per una misteriosa eredità, con una figlia...
Poi ci sono i nipotini birichini della duchessa (sì, Antonia oltre che cinquantenne è anche nonna!), il figlio Julian (
Matrimonio di mezzanotte), fin troppo serio, parenti e amici, un medico cialtrone (per non dire altro)... ci sono ricevimenti, gare in barca sul lago, si sentono in sottofondo voci sul desiderio di ribellione delle colonie americane...c'è molto, ma nulla che disturbi quello che è importante, il passaggio di Antonia dal dolore alla felicità ritrovata.
Questo romance mantiene lo stile di scrittura dei libri precedenti, ma mi sembra molto più maturo, i personaggi sono meglio delineati ed è più, come posso dire? morbido, forse...
Se
Nobile satiro è decisamente un omaggio alla Heyer e
Matrimonio di mezzanotte sente ancora molto la sua influenza mi sembra che con
Duchessa d'autunno l'autrice sia sia
affrancata dalla Heyer ed abbia scritto un romanzo molto più indipendente, pur mantenendo lo stesso stile di base.
A questo punto consiglio caldamente chi ha intenzione di leggere i primi due della trilogia ma ha dei dubbi su questo di
correre il rischio! E' il migliore dei tre.