| Racchiudere un libro simile in un genere è qualcosa di veramente riduttivo. Come si fa ad affermare, è un NA? Un YA? Un CT? Un romance? Questo libro è un romanzo. Punto. C’è la storia d’amore, c’è il racconto di come una comunità reagisce ad una disgrazia, c’è la storia di come la forza interiore riesca a soverchiare la mancanza di quella fisica. Ambrose è bellissimo, è una roccia, è Ercole ed è la speranza della sua città. Ma nonostante le aspettative degli altri e la loro ammirazione, questo ragazzo cresce umile, grazie anche alla disciplina imposta dalla lotta, e si sente anzi strozzare da tanta adorazione, un po’ come se ad un certo punto soffrisse di ansia da prestazione. Siamo nel 2001, anno cruciale per l’America e per il mondo, e Ambrose prende la sua decisione. Ha vent’anni e si sente invulnerabile ….. Fren era la bimba bruttina, ma buona e generosa, e crescendo cambierà l’involucro, ma l’essenza resterà immutata, tanto che non si sentirà mai neppure lontanamente carina. E poi ci sono tanti altri personaggi, dei quali non parlerò volutamente, perché rivelare la loro identità sarebbe come scoprire una parte importante della storia, ma ognuno di loro ha la sua importanza, la sua ragione d’essere, uno più degli altri, tant’è che mi sono chiesta se non fosse lui piuttosto che i protagonisti il soggetto reale al quale si riferisce il titolo.
A pagina 20 ho pianto, quando due madri spiegavano ai propri figli il perchè delle disgrazie della vita e a pagina 21 ho riso, quando i due figli si sono messi a scherzare con innocente perversione sulle stesse disgrazie. Quest’alternanza di emozioni mi ha seguita per tutto il romanzo, che è stata una rivelazione e ha avuto su di me un effetto domino, perché quando il primo tassello è caduto, non ho potuto frenare la cascata di emozioni che mi ha investito. Ed è stupefacente e assolutamente geniale il modo in cui la Harmon è riuscita a unire i punti della storia, in un avanti e indietro nel tempo, utilizzando i flash back con abile noncuranza, senza rallentare la lettura.
Questa è una storia di speranza, di amore, di gratitudine. Della bellezza della morte e della possibilità di rinascita. E’ un insegnamento, una parabola sul come trovare la bellezza laddove i nostri occhi vedono solo orrore. E ci spiega che spesso le avversità non sono altro che brutti semini in grado di far nascere splendidi fiori.
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