Ecco, l'ho appena finito e sento l'impellente bisogno di condividere il mio giudizio...
Wow…
Bello da lasciarmi senza parole… tanto che, a caldo, il concetto più articolato che riesco a produrre è “Wow!”. Eppure sento il bisogno di scrivere qualcosa a caldo…
Tentare di non amarti è uno di quei romanzi che mi hanno posto di fronte al dilemma: divorare o centellinare? Uno di quelli che, una volta terminati, sai già che i protagonisti, cacchio, ti mancheranno di brutto per qualche giorno almeno. Di quelli che, alla fine, non sai se sorridere con gli occhi a cuoricino o piangere perché ti hanno toccato come pochi.
Per me, la differenza tra chi sa scrivere e chi sa ben ordinare frasi grammaticalmente corrette è tutta qui. I primi sono in grado di prendere la pancia e regalare emozioni – ed è quello che, ahimè, vorrei sempre trovare in un romanzo –; le storie riescono a rimanere fissate nella memoria a distanza di tempo, pur nel naturale sbiadire dei piccoli particolari, con il loro carico di vissuti piacevoli; sono quei romanzi a cui ogni tanto ci capita di pensare e con cui spesso rinnoviamo un tacito patto: “Tanto prima o poi ti rileggo”; gli unici a cui assegno le 5 stelline senza doverci pensare un istante. I secondi possono raccontare storie, più o meno piacevoli, alla mia testa, ma quei romanzi lasciano il tempo che trovano e dopo qualche settimana – a meno che io non li abbia trovati particolarmente noiosi o urtanti – svaniscono nel nulla più totale.
Tentare di non amarti mi ha presa sin dalle prime pagine e non mi ha mollata fino all’ultima riga. Ha risposto perfettamente alle mie aspettative in tutto: non avrei cambiato una battuta, nemmeno una virgola. Beh, ok, ad eccezione dell’età dei protagonisti: come ho già scritto, avendo enormi problemi con i NA, ho dovuto immaginare Marcus, il protagonista più grande di almeno un paio d’anni…
E qui lascio emergere la “brutta persona” che è in me, perdonatemi. IO ADORO MARCUS!
Ormai si sa che nei romance preferisco i bad boys ai bravi ragazzi e Marcus è spettacolare. Non solo fisicamente, come già sottolineato E’ che mi piace sempre trovare un protagonista che parla e, soprattutto, pensa come UN UOMO, grezzo, sboccato diretto e senza troppi fronzoli. Gli eroi da romance che virano subito sul “sole, cuore e amore” e si dilungano in improbabili dichiarazioni di teneri sentimenti mi rovinano la digestione. Marcus è un vero ragazzaccio. Spesso i protagonisti che sono finiti in galera ci sono finiti da innocenti e, nel tempo trascorso lì, magari si sono anche laureati. Marcus no: ha veramente ammazzato un uomo e, in precedenza, aveva già tentato di farne fuori un altro, benché in entrambi i casi si trattava di abbietti violenti, la cui dipartita aveva solo reso il mondo un pochino più pulito. Sì, perché Marcus sarà anche un’anima ferita e perduta, nutrita solo di violenza e disincanto, ma le donne le tocca solo per dare e prendere piacere e non ha pietà per chi le minaccia o le maltratta. Il suo comportamento è e resta per tutto il romanzo, nel bene e nel male, coerente con la persona che è e che, suo malgrado, è diventato.
Richiudo l’ormone in un cassetto e spendo due parole per Penny. Forte e fragile insieme, innocente e buona – fin troppo buona – abituata a lavorare sodo, ad affrontare rinunce e ad assumere sulle sue giovani spalle pesanti responsabilità, tra cui quella di occuparsi della nonna malata, l’unica persona cara che le è rimasta. La vittima perfetta per un vile stalker che la sta terrorizzando.
Il rapporto tra lei e Marcus è conflittuale sin da subito, ma ben presto ognuno sembra trovare nell’altro qualcosa che non ha mai avuto: per lui Penny è qualcosa di pulito, in grado di mostrare generosità senza chiedere nulla in cambio; per lei, abituata da sempre a contare solo sulle proprie forze, Marcus è una fonte di sicurezza e protezione. Poi, ovviamente, c’è l’attrazione, che Penny inizia a provare da subito (e te credo!), mentre Marcus deve quasi lottare con se stesso per contrastarla, insieme ai sentimenti che, molto lentamente, si fanno strada nel suo cuore indurito.
Forse le poche parole che si possono spendere in un commento non sono in grado di esprimere le emozioni provate nel leggere la storia di Penny e Marcus e la lenta, sofferta, evoluzione del loro rapporto fino alla conquista della redenzione finale. Posso solo consigliare caldamente la lettura di questo romanzo… sempre che non vi piacciano i “trottolini amorosi dudùdadadà”, perché qui – ringraziando il cielo! – non ce ne sono. Un romanzo che è una fiaba metropolitana, dolce e cruda, piena di streghe e orchi cattivi, ma con tante fate madrine a spargere polvere dorata nelle fogne e garantire un happy ending apparentemente impossibile.
Grazie a The Arrow per aver aperto il topic e alle altre ragazze per aver lasciato i loro commenti che mi hanno invogliata a leggerlo!