Mah... non capisco bene se mi è piaciuto o no, ma dopo aver chiuso l'ultima pagina, propendo per il no. L'ho trovato sconclusionato, senza quella vena di ribellione che mi piace nei distopici. È tutto essenzialmente incentrato sul fatto che si possono estirpare i ricordi dal cervello ma non dal cuore. Ottimo presupposto, ma dopo aver letto Delirium, non c'è paragone. La storia d'amore è toccante, raccontata bene attraverso i ricordi ed è bella l'idea che ci si possa rinnamorare sempre della stessa persona, ma tutto ciò che riguarda l'epidemia di suicidi, il Programma in sé, questi strani elementi che non si capisce se collaborano con il Programma o vogliono sabotarlo, rimane nebuloso fino alla fine e l'epilogo non fa che aggiungere confusione al tutto. E il Programma fa acqua da tutte le parti. Va bene cancellare i ricordi ma come fai a rendere permanente la tabula rasa se reinserisci la persona nello stesso identico ambiente di prima? Con le stesse persone? La stessa scuola? Gli cambi giusto i vestiti e i capelli. Mi sembra ovvio che prima o poi ci si imbatta in qualcosa che risveglia un déjà vu. Tanto più se ti rimettono praticamente nello stesso banco con la persona che dovevi dimenticare.
Insomma, l'ho trovato un bel romanzo d'amore ma un pessimo distopico, e alla fine mi ha suscitato solo più domande e perplessità che sensazioni piacevoli.
CITAZIONE (AliceAlce @ 12/12/2015, 21:37)
Il punto di forza è il modo in cui l'autrice coinvolge psicologicamente ed emotivamente il lettore, che ad un certo punto si ritrova confuso e disorientato quanto la protagonista. Non sa più se il Programma è la cura o la malattia.
Ecco, io invece di trovarlo il punto di forza di questo romanzo, l'ho trovato il suo punto debole. Ho atteso con ansia per tutto il libro una sorta di colpo di scena, di capovolgimento di situazione, qualcosa che stravolgesse l'idea che mi ero fatta e invece niente, mi sono trascinata inutilmente la mia aspettativa fino all'ultima pagina, perché alla fine non succede niente. Sì, c'è un piccolo accenno a
ma è buttato lì talmente in fretta che alla fin fine non spiega niente e non dà nessuna speranza "sovversiva", soprattutto con l'epilogo. È tutta una farsa? È così che funziona il Programma? È così che si reclutano i "ribelli"? E
Realm da che parte sta? Chi è davvero? Un paziente o fa parte del Programma?
Troppe domande senza risposta, come se la struttura portante del romanzo fosse un castello di carte che sta in piedi a malapena.
CITAZIONE (AliceAlce @ 12/12/2015, 21:37)
Non è privo di difetti. In particolare non viene assolutamente approfondito il tema del suicidio. Viene messo lì come un dato di fatto, quindi non aspettatevi un trattato psicologico sull'argomento.
Non mi aspettavo un trattato psicologico, ma almeno una minima spiegazione sul perché c'è quest'epidemia di suicidi l'avrei voluta. E mi accontentavo anche una specie di disagio esistenziale irrisolto, mica volevo chissà che spiegazione scientifica. Però la sensazione è che in questo romanzo non venga approfondito proprio niente, se non la storia d'amore.
CITAZIONE (AliceAlce @ 12/12/2015, 21:37)
il libro ha una sorta di finale che mi permetterà di attendere senza ansie o patemi la pubblicazione del secondo ed ultimo volume della saga.
Ecco, anche il finale non l'ho trovato "finale". Mi è sembrato invece un inizio, l'apertura verso qualcosa che spero sia la chiusura di tutti i dubbi lasciati in sospeso. Ma non so se leggerò il secondo, al momento lo lascerei perdere anche se fosse già uscito. Figuriamoci con i tempi d'attesa.
Probabilmente il mio giudizio negativo dipende molto dal fatto che mi aspettavo qualcosa di completamente diverso. Pensavo fosse una storia adrenalinica, qualcosa di sconvolgente, con una protagonista battagliera alla Katniss.
E invece anche lei non mi ha convinta. Ci prova a ribellarsi, ma non l'ho percepita come una vera ribelle, è solo una ragazza normale che reagisce in maniera normale al dolore, alle imposizioni, alla "cura". Ho trovato molto più ribelle la sua amica, Lacey.
Lui è figo, per carità, niente da obiettare. È adorabile nei momenti di figaggine e ancora di più nei momenti dolorosi, ma dopo aver letto Cole di Sinner o Day di Champion, anche lui mi è sembrato solo un ragazzo qualunque. Dolce e sexy, ma assolutamente normale. Quasi quasi ho preferito Realm, perché è più ambiguo e misterioso.
Insomma, penso di averlo letto proprio nel momento sbagliato e con le aspettative sbagliate.