Titolo: Lieve come il respiro
Titolo originale: Every Last Breath
Autore: Jennifer L. Armentrout
Serie: The Dark Elements #3
Editore: Harper Collins Italia
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2016
Pagine: 380
Punto di vista: prima persona (Layla)
Livello di sensualità: caldo
TramaMa le scelte che si trova ad affrontare la diciassettenne Layla sono più difficili del normale. Luce o tenebra? Il sexy e pericoloso principe dei demoni Roth, oppure Zayne, lo splendido guardiano che lei non avrebbe mai sperato di poter avere Layla, poi, ha un altro problema: un Lilin, demone tra i più terribili, sta portando devastazione nella vita di tutti quelli che la circondano, compreso il suo migliore amico Sam. Per risparmiargli una fine di gran lunga peggiore della morte, deve scendere a patti col nemico, mentre tenta di salvare la città dalla distruzione. Divisa tra due mondi e due amori, Layla non ha certezze, nemmeno quella di sopravvivere, soprattutto quando un antico accordo torna a incombere su tutti loro. Ma a volte, quando sembra che la verità non esista, è il
Recensione:Grazie zia Jennifer! Ti voglio bene e non avrei mai,
mai,
mai dovuto dubitare di te. Sì, perché avrei dovuto saperlo che non mi avresti delusa. Che non avresti mai preso la decisione sbagliata e che quel triangolo era tutto uno scherzo. Lo sapevo, nel profondo di me stessa l'ho sempre saputo. Quindi perdonami se la mia fede per un attimo ha vacillato. Ora sono di nuovo forte e non metterò mai più in dubbio la tua saggezza.
Scusate lo sproloquio, ma quando leggo i libri della Armentrout
la mia età emotiva scende in picchiata ai sedici anni appena compiuti e mi ritrovo con gli occhi a forma di cuore e un'espressione ebete sulla faccia, con buona pace di mio marito, che mi guarda con preoccupazione e un lieve disgusto.
Se avete letto i due precedenti libri della serie, saprete che la nostra bella (e fortunatissima)
Layla si trova al centro di un triangolo bollente: da una parte
Roth, il Principe degli Inferi, un demone dai riccioli neri e gli occhi d'ambra, un corpo scolpito pieno di tatuaggi che magicamente si trasformano in famigli e (ma questi sono dettagli) senza un briciolo d'anima; dall'altra
Zayne, un Guardiano, una creatura soprannaturale un gradino sotto gli angeli, biondissimo, con due occhi azzurri celestiali e un corpo di granito, il cui passatempo è tenere l'umanità al sicuro, è dotato di un'anima perfettamente candida e luminosa, quasi abbagliante.
Detta così la scelta potrebbe essere scontata, ma non lo è affatto...Dopo averci fatto innamorare follemente di Roth in
Caldo come il fuoco e averci fatto rivalutare Zayne in
Freddo come la pietra, ora Layla si trova davanti ad una scelta. Non può continuare a tenere il piede in due scarpe (ma chi lo dice? con delle scarpe così... io non vorrei mai scegliere! sai, in base all'umore ora una ora l'altra... no ok, la smetto).
Ringrazio sentitamente zia Jennifer per non aver tirato le cose per le lunghe e non averci costretto a trecento pagine di paturnie mentali dell'indecisa donzella. Layla finalmente tira fuori gli attributi e già nei primi capitoli del libro fa la sua scelta. Quale? Che mi venga un colpo se ve lo dico, ma di certo dal mio sproloquio iniziale penso potrete intuirlo. Vi lascio anche una citazione, ma senza dirvi il nome di chi pronuncia queste parole. Sì, sono cattiva.
"Ti ho lasciata andare" continuò lui, appoggiandomi la testa sul collo e facendomi venire i brividi. "Avevi ragione ieri. Ti ho ferita. Non come lui. Peggio. Ti ho lasciata andar via da questa casa perché potessi essere felice con lui. Non è quello che volevi? Eppure sei qui. Ti ho lasciata andare e farlo mi ha ucciso, ma tu sei qui."
Ma
Lieve come il respiro non è solo ormoni adolescenziali in subbuglio (anche se, ammettiamolo, la fanno da padroni), è anche un paranormal romance niente male.
Avevamo lasciato il mondo a un passo dall'apocalisse perché un Lilin psicopatico aveva pensato bene di tentare di liberare Lilith dall'inferno, fregandosene altamente del rischio che gli Alfa decidessero di eliminare il problema alla radice, sterminando ogni essere vivente, umano o meno, sulla faccia della terra.
La storia riprende esattamente da dove si era interrotta, con Layla che si rende conto di avere la piccola, trascurabile, insignificante responsabilità di salvare il mondo.
Il ritmo delle vicende è serrato,
ricco di colpi di scena e di rivelazioni inaspettate, con qualche attimo di respiro solo quando Layla e il suo compagno si prendono del tempo per esplorare il loro nuovo ed eccitante rapporto (
capisciammé), per poi rituffarsi nel pieno dell'azione e andare dritti all'inferno. E in alcuni casi, inferno non è un eufemismo.
Un ultimo capitolo al cardiopalma, che mi ha totalmente soddisfatta, al punto da strapparmi le seconde cinque stelline dell'anno. Brava zia Jennifer, continua così. Io vi lascio fischiettando
Paradise City e con una domanda, e quando avrete finito il libro, se avrete trovato la risposta, vi prego di venire a dirmelo.
Chi diavolo è Morris?