Le contaminazioni da romance classico che caratterizzano la storia d'amore di questo 3° romanzo della serie
Wynette, Texas della Phillips sono, a mio modo di vedere e per evidenti gusti e limiti personali, l'unica pecca di un lettura piacevole, interessante, coinvolgente e a tratti coraggiosa e originale.
Fin dalla sinossi che parla della First Lady in fuga, la base del libro presenta una certa dose di originalità (almeno in campo romance): un evento di portata epocale che dà il via a tutto, unito a delle rivelazioni coraggiose da parte dell'autrice che pennella un'originale quanto sfacciata immagine dell'America come mai l'ha avuta prima, completano il quadro interessante di cui parlavo prima.
Le vicende politiche e quelle che in generale vengono messe in moto dalle scelte dei personaggi, vengono ben sfruttate dall'autrice per tessere la trama delle relazioni interpersonali facendo sì che esse siano strumentali alle stesse: gli equilibri sul delicato rapporto di fiducia alla base di una relazione tanto tra amanti quanto tra genitori e figli, non sono qui meno performanti solo perchè assumono a tratti una portata di livello nazionale (il segreto di Nealy; la vera professione di Mat; la situazione famigliare di Lucy).
Il talento indiscusso della Phillips nello scrivere brilla tanto nell'imbastire e gestire la sua trama portante, quanto nel consueto egregio lavoro di caratterizzazione dei personaggi per i quali le basta davvero poco. Vale per la protagonista Nealy e la sua voglia di libertà che mai stride con la tragedia accaduta nella sua vita (grazie anche all'escamotage dei sei mesi fatti passare dall'inizio del libro), approfondita dallo spessore emotivo dato dal suo problema con la vicinanza ai neonati; vale per il protagonista Mat, con la sua voglia di riscatto professionale e le mille sfaccettature dei suoi complicati sentimenti in merito all'avere una famiglia e soprattutto delle donne per le quali sentirsi responsabile; e vale per Lucy, primo e più importante comprimario, il cui punto di vista aiuta ad approfondirne gli aspetti del carattere e del modo d'essere assolutamente affascinanti (ennesima riprova della maggiore ricchezza di contenuti quando la narrazione è in terza persona con più POV). Che soprattutto nel rapporto sulla falsariga di quello tra genitori e figli l'autrice opti per una convenzionale conflittualità che maschera un bisogno di affetto inconsapevole o nascosto, nulla toglie al fatto che la Phillips la utilizzi in modo esemplare.
La Phillips padroneggia la tipologia on the road anche grazie alla sua vasta esperienza in merito (e alla sua cultura cinematografica che prende in prestito da
Jerry Maguire la scena con la protagonista al volante che canta a squarciagola "Free Fallin' " di Tom Petty). Non è la prima volta che le sue eroine sono in fuga e l'autrice si destreggia abilmente tra le dinamiche classiche della tipologia: dagli inconvenienti, passando per le varie tappe spesso condite da incontri pittoreschi, per finire con l'evoluzione del modo d'essere dei personaggi e il viaggio "fisico" che diventa quindi simbolo del cambiamento interiore.
Tralasciando la storia d'amore di stampo classico dall'attrazione alla sua evoluzione passando per schermaglie ed equivoci, il libro viene arricchito anche da qualche riflessione più profonda sul senso della politica e il rapporto del comune cittadino con essa: nulla di sconvolgente e, anzi, a tratti siamo nel campo del qualunquismo, ma sono cmq spunti di riflessione. Ma probabilmente sono la ricerca del proprio vero posto nel mondo e dell'importanza dei legami famigliari a prescindere dal sangue, i due temi più interessanti e ben sviluppati. Per concludere con un finale che, proprio come apparso fin dalla sinossi iniziale, riserva anch'esso un pizzico di originalità...almeno per la storia degli Stati Uniti d'America.