Ispirato dall'autrice che nei ringraziamenti cita alcuni film come fonte omaggiandoli anche nelle trama, definirei questo suo romanzo l'incontro tra
Focus - Niente è come sembra (il film con Will Smith e Margot Robbie) e "Il Codice da Vinci" di Dan Brown: con una minor complessità narrativa tanto per quanto riguarda il "niente è come sembra" del film, tanto per quella del best seller di Brown divenuto poi anch'esso un adattamento cinematografico.
E' curioso che l'autrice parli di una storia e di personaggi scritti con passione ma diversi in entrambi i casi da quelli di cui scrive di solito: il suo stile scorrevole e perfetto da un punto di vista descrittivo (ne traggono vantaggio praticamente tutte le ambientazioni varie risultando un deciso e decisivo valore aggiunto
), risulta altresì funzionale ad una storia frizzante e caratterizzata da un certo ritmo. Non è un caso che il doppio POV usato come struttura abbia la particolarità di riproporre ogni tanto una stessa scena vista da una diversa prospettiva o vada a colmare buchi volutamente lasciati aperti appena un momento prima. Avrei aggiunto nei capitoli le indicazioni relative alla playlist presente in appendice: per quanto elemento lodevole, funziona di più come lo usa in genere la Lombardi per adattare ad ogni scena la sua canzone di riferimento.
Passando dalla forma al contenuto, è la trama generale il vero punto di forza del libro che ha invece nella parte rosa quello che a mio modo di vedere è l'elemento meno interessante (che mi ha ad esempio coinvolto ed emozionato poco trovando anche alcuni momenti eccessivamente sdolcinati nella loro ridondanza). E' in realtà questione più che altro di gusti personali: la base del rapporto tra i due protagonisti Silvye e Nick è giocoforza quella di due avversari che tendono a frodarsi reciprocamente così che la tipologia e relative dinamiche della storia d'amore in sviluppo non possono che essere quelle classiche dell'amore/odio (anche se per fortuna viene ben presto abbandonata la strada della tipologia "sfida a far innamorare di sè" che sembrava imboccata in un primo momento nel contesto del fregarsi a vicenda). Dall'attrazione che sfocia poi in passione, fino alla nascita e sviluppo dei relativi sentimenti, il tutto è inserito discretamente bene nella trama sebbene io trovi proprio in questo ambito quelli che potrebbero essere difetti anche da un punto di vista oggettivo.
La caratterizzazione dei personaggi, infatti, è un altro dei punti di forza dell'autrice. Descritto alla perfezione come il classico ladro gentiluomo amante del lusso visto tante volte nei film di genere di riferimento (mi ha fatto pensare tante volte al George Clooney della serie di film "Ocean's"), Nick viene approfondito subito grazie al solito trucco del passato difficile; discorso valido anche per Silvye dove quel qualcosa in più è dato dal rapporto con la madre truffatrice: anche qui non un qualcosa di mai visto prima, ma assolutamente ben gestito e in modo da partorire un altro bel comprimario quale è appunto Ameliè.
E' quindi con un certo disappunto che ho trovato un po' forzate le parti che riguardano gli ostacoli alla relazione della coppia: una giornata stile
Vacanze romane cui segue la prima crisi, nonchè la seconda prima del lieto fine, sono entrambi casi in cui prima l'uno e poi l'altra mi sono apparsi snaturati rispetto ai personaggi costruiti fino a quel punto con un carattere come detto piuttosto azzeccato o cmq ben definito (eccessiva apertura di lui, eccessivi progetti futuri e relativo cambio di umore, eccessiva reazione di lei in seguito ad una chiacchierata con la madre ecc...).
La similitudine con "Il Codice da Vinci", non a caso citato ad un certo punto esplicitamente dalla protagonista, si accentua invece per quanto riguarda la trama generale sia a livello di personaggi (la coppia di protagonisti, l'anziano esperto che nasconde più di quanto si pensi, i sicari, le forze dell'ordine), sia di eventi ed altri elementi base (enigmi, codici, antichi edifici, templari, massoni, uccisioni misteriose, fughe rocambolesche, azione e colpi di scena).
Per quanto la tipologia sia quella del "...e vissero per sempre felici e contenti", il finale risulta non banale e appagante: grazie anche al "regalo" del POV di Ameliè come epilogo, a conferma del suo essere un gran bel personaggio.
p.s. Un grazie particolare alla Clem per avermi suggerito la lettura del libro ipotizzando che avrebbe potuto fare al caso mio: ci ha azzeccato