Titolo: Non posso esistere senza di te
Autrice: Virginia Dellamore
Editore: Kindle Edition
Pagine: 320
Formato: ebook
Pubblicazione: luglio 2016
Livello di sensualità: basso (molto basso)
POV: 3a persona (alternato)
TRAMA
Inghilterra, 1814. È una gelida notte di novembre, nel Northumberland, quando Ophelia Northon, sedici anni, lunghi capelli rossi, un’aria da folletto e un’anima romantica, sgattaiola fuori dalla sua camera in segreto. Il batticuore del primo amore la accompagna mentre raggiunge Joshua, il ragazzo dei suoi sogni, in procinto di partire per un paese lontano. Intende fargli un giuramento, assicurargli che lo aspetterà fino al suo ritorno, e donargli se stessa come pegno della propria promessa.
Purtroppo non arriva a destinazione: lungo la strada, un incidente imprevisto infrange ogni suo sogno, trasformando le speranze in chimere. Per giunta, il responsabile della sciagura che si abbatte sulla sua vita è qualcuno che lei già detesta: Lord Philip Percy, nipote ed erede del conte di Alnwick, un ragazzo arrogante, superbo e scontroso.
A distanza di otto anni da quella tragica notte, Ophelia è una giovane donna disillusa che vive isolata in un remoto villaggio scozzese. Non ha mai smesso di pensare a ciò che è accaduto, immaginando la vita desiderata insieme a Joshua e detestando Philip con tutta l’anima.
Ma cosa accade se il destino decide di rimescolare le carte?
Inaspettatamente, in forza di una strana disposizione testamentaria, Ophelia deve tornare in Inghilterra. Ad Alnwick si ritrova ad affrontare i fantasmi del passato: incontra di nuovo Joshua, appena rientrato dall’America, e Philip, ormai diventato conte, sempre più sprezzante e perfino più detestabile di quando era ragazzo. Riuscirà, Ophelia, a colmare il tempo perduto, recuperando i propri sogni, nonostante le profonde ferite impresse nella sua anima e nel suo corpo?
E se, nel frattempo, i sogni fossero cambiati? Se l’amore, quello vero, avesse altri progetti per il cuore?
Un romanzo sul valore delle prime impressioni, sul senso di colpa, il perdono e il riscatto. La storia di una passione fortissima e di un sentimento assoluto che travalica il tempo e l’apparenza.Virginia, perdonami se mi rivolgo direttamente a te e mi permetto di darti del tu.
Inizialmente volevo scrivere un commento di altro genere, ma alla fine ho deciso di strutturarlo come un appello. L’appello di una fedele lettrice delusa.
Ti prego, non lo fare più!
Non illuderci più in modo così crudele! Dovresti saperlo che le “classiche” lettrici di romance prediligono questo genere perché cercano e si aspettano, sì romanticismo, sì amori tormentati, sì lieto fine etc. etc., ma vogliono, pretendono, esigono che ad un certo punto i protagonisti CONSUMINO!
Non vogliamo il Kamasutra. Se abbiamo voglia di qualcosa di più forte ci buttiamo direttamente sugli erotici, no problem. Non cerchiamo necessariamente descrizioni iperdettagliate e minuziosi ragguagli sugli scambi di fluidi corporei. Ma sappiamo che ogni romance che si rispetti e che voglia definirsi tale prevede ALMENO UNA scena hot. Poi sul livello dell’ “hotness” possiamo anche essere flessibili, per carità. A volte ci accontentiamo di un accenno, anche poche righe, che però ci permettano di esclamare soddisfatte: “Oh! Finalmente!”
E tu perché ce ne privi in modo così crudele?!
Soprattutto, perché ce ne privi, dopo averci “illuse” con un romanzo meraviglioso, scritto benissimo (ho qualche dubbio rispetto a possibili inesattezze storiche, ma non sono una storica, quindi ci passo tranquillamente sopra e non mi faccio troppe domande se la narrazione mi prende così tanto), intenso, denso di pathos e, sì, anche di sensualità?! Uno di quei romanzi – e, davvero, non sono poi molti quelli che mi fanno questo effetto – che per quasi tutto il tempo mi fanno sentire il cuore in una morsa e le budella annodate in malo modo, quelli che non riesci a mollare cascasse il mondo. L’ho letto tutto d’un fiato, finendo alle 2 di notte: non sarei mai riuscita a dormire senza arrivare alla fine e fanc*lo se mi restavano sì e no 4 ore di sonno e la successiva giornata lavorativa già si preannunciava non propriamente leggera.
Mi ha ricordato, per certi aspetti, “Magia di un amore” della Kleypas (che, tra l’altro, è uno dei miei romance preferiti)… solo che almeno zia Lisa, porcazozza, “quelle soddisfazioni” ce le dà!
“Lady Opaline”, da quel punto di vista era perfetto per me: niente eccessi, tutto misurato, ottimo tempismo. La parte finale di “Non posso esistere senza di te” (che poi, oddio, il titolo non è che sia proprio accattivante, ad essere sinceri…) e la mancata, quanto agognata, consumazione penso che avrebbe fatto saltare i nervi pure a mia nonna, lettrice di Harmony, classe 1915.
Va be’, tu potresti, anche giustamente, replicare: “Ma sei fissata, sporcacciona che non sei altro! Nel mio romanzo c’è molto altro!” E’ vero! E’ verissimo! Ma è proprio perché l’ho trovato altrimenti perfetto - coinvolgente, struggente, emozionante, da 5 stelline piene! - che la delusione è stata più cocente e, francamente, irritante. E stato come andare a cena in un meraviglioso ristorante e mangiare da dio: alta qualità degli ingredienti, sapiente bilanciamento dei sapori, alta manualità, porzioni abbondanti. Poi, al momento del dessert, che mi portano? Una macedonia in scatola?!
Sono consapevole che questo mio appello-sfogo non rende giustizia al tuo romanzo e non dà certo l’idea di quanto mi sia piaciuto. Però, che ci posso fare, mi è rimasto troppo amaro in bocca… nonostante il “dolce” epilogo.
Comunque – e qui mi rivolgo alle potenziali lettrici – se non siete dei turpi individui come me e riuscite a passar sopra a questo “difetto”, leggete il romanzo, perché, per il resto, merita davvero!