Ciao a tutte.
Ho meditato in questi gg su questa discussione pensando se era il caso di portare un mio giudizio o lascir perdere... vinceva la seconda, ma mi ritrovavo sempre qui a leggere e rileggere i vari commenti e così eccomi qua...
Premetto che il mio giudizio potrà risultare anche fuori dalle righe forse, ma per far capire meglio è giocoforza.
Il mio primo storico è stato circa una ***ina di anni fa (
). era Il fiore e la fiamma della Woodiwiss, (una tra le scrittrici che apprezzo) chi l'ha letto sa che in pratica inizia con un tentativo di violenza da parte del fratello della matrigna se non ricordo male... e si arriva alla violenza vera e propria da parte del protagonista, a seguito di un paio di malintesi...
Si poteva creare questa storia senza quell'episodio? Si poteva far sì che il protagonista, accortosi che lei era vergine si fermasse senza consumare la violenza?
Mi sento di dire sì alla prima e no alla seconda (se non c'era violenza non ci sarebbe stato nemmeno il romanzo)
Mi sento anche di dire che forse, e dico forse, la componente della violenza è l'unica realtà in un romanzo di contesto storico, chiaramente non sempre e non fine a se stessa.
Non mi dispiace quindi, se è per creare la storia e darle una forma. E non mi urta nemmeno la cosa... semplicemente perchè è un romanzo. Nella realtà il mio pensiero è totalmente opposto sia chiaro. A quegli uomini che picchiano/violentano le compagne/fidanzate/mogli o anche sconosciute darei il carcere a vita.
Io amo leggere anche gialli thriller e horror, ma se in tv la cronaca riporta fatti reali (come purtroppo ce ne sono) se posso cambio canale o mi dileguo in qualche modo.
Non sono morbosamente curiosa della cronaca reale... quando sento che i giornalisti rimarcano continuamente sui particolari dei delitti, mi urta tanto da far male... perchè? mi ritengo una persona ultrasensibile
Quindi in pratica per terminare, non mi infastidisce la violenza del protagonista, tanto è solo un romanzo, ma nella realtà le donne non si toccano nemmeno con un fiore!
Ok, gli horror non centravano, ma era per rendere l'idea della differenza di pensiero tra finzione e realtà